Il progetto Life+GreenWoolF propone un processo ecologico per trasformare la cheratina di scarto in fertilizzanti organici nei pressi della fattoria dove la lana di scarto è prodotta. L’idrolisi della lana sucida può essere modulata in funzione del tempo e temperature di trattamento, utilizzando solo acqua surriscaldata in modo da modulare il rilascio di fertilizzanti e il loro assorbimento nel pascolo. Studi compiuti negli scorsi anni dal nostro gruppo di ricerca hannostudiato a fondo i materiali ottenuti dall’idrolisi e dall’estrazione di materiale proteico dalla lana con acqua surriscaldata.
La proposta di progetto Life+GreenWoolF dimostrerà in pratica l’efficacia dell’idrolisi “verde” della lana di scarto con acqua surriscaldata per la conversione senza l’uso di prodotti chimici di un rifiuto in un prodotto di valore, che può giovare al pascolo invece di contaminarlo.
L’approccio proposto di idrolisi “verde” degli scarti di lana è un passo complementare verso la creazione di una tecnologia, amica dell’ambiente e poco costosa, per il trattamento di lana di scarto proveniente da allevamenti ovini e macellerie. Come il Lupo Verde (GreenWoolF) è l’immaginario “Lupo Ecologista” che mangia solo la lana di scarto della pecora, la proposta di progetto è rivolta a dimostrare l’efficacia di un processo verde nel trasformare gli scarti di lana in un fertilizzante di alto valore e che potrebbe essere di grande aiuto alle aziende agricole che buttano via i materiali a base di lana. Il processo è progettato per essere a basso costo e senza l’utilizzo di reagenti chimici, dal momento che non vengono utilizzate basi, acidi, solfiti tossici o enzimi a costo elevato.
La proposta di progetto comprende un intenso programma di disseminazione, inizialmente indirizzato alle Amministrazioni Pubbliche Locali e Centrali, alle Organizzazioni di Allevatori, agli altri enti interessati e ai consumatori. Il modello sviluppato per il Piemonte sarà proposto alle altre regioni europee dove l’allevamento ovino con la connessa produzione di lane grossolane, non adatte all’utilizzo tessile, rappresenta un problema economico e ambientale.